Cappella San Luigi
La Cappella dell’Oratorio San Luigi:
“cuore spirituale” da 95 anni
La Cappella dell’Oratorio San Luigi è stata benedetta il 19 Settembre 1924. Da allora è il “cuore spirituale” dell’Oratorio San Luigi. È stato il Parroco don Enrico Rizzi che l’ha voluta realizzare in via Manzoni, con un nuovo Oratorio che so- stituisse quello fondato nel 1877 da Mons. Bassano Dedè presso la Chiesa di San Bartolomeo. Quest’ultimo era diven- tato troppo piccolo e inadatto per il gran numero dei ragazzi e le numerose attività oratoriane. Per questo don Enrico Rizzi nel 1921 acquistò un terreno in via Man- zoni vicino alle scuole comunali, predi- spose il progetto ed iniziò la costruzione del nuovo Oratorio che fu completata tre anni dopo ed inaugurato il 19 Settembre 1924. La Cappella era grande e poteva accogliere più di 200 ragazzi e giovani che in essa potevano pregare e crescere nella formazione cristiana ed umana. Davvero essa è stata il “cuore spirituale” del nostro Oratorio per le generazioni che si sono via via succedute fino ad oggi. Proprio per questo esso viene chiamato “Oratorio” ossia “luogo di preghiera”.
Lo è stato per il passato, ma desideriamo che sia così, anche per il presente e per il futuro.
Sarebbe triste se dovessimo avere un oratorio anche frequentato, ma con una Cappella che non sia di fat- to il “cuore spirituale” di tutta la attività oratoriana. Sarebbe come una persona in sala di rianimazione, quando al suo cuore natura- le si sostituisce un cuore artificiale o si supplisce ad esso con una circolazione extra-corporea. Questo av- viene quando il cuore dell’Oratorio diventa l’atti- vità sportiva, oppure l’atti- vità di animazione, o sem- plicemente il ritrovo al bar. Infatti, si può avere un Ora- torio pieno, vivace, ma se in esso manca l’essenziale della preghiera e della for- mazione alla vita cristiana nell’amore di Gesù e nella maturità umana, esso fini- sce per diventare un Orato-
rio con un cuore artificiale che lo tiene in vita, ma non gli consente una vitalità pro- pria, secondo la sua vocazione e missione educativa.
Dopo 95 anni dalla sua costruzione, la Cappella dell’Oratorio mostra i segni del tempo, specialmente all’esterno verso via Manzoni e verso il campo di calcetto in- terno. Per questo si rende necessario un restauro con la sostituzione dei serramen- ti ed il rifacimento e dell’intonaco am- malorato. L’intervento non deve essere solo limitato a un “restyling” esterno, pur necessario, vuole essere un segno della riscoperta e della valorizzazione della Cappella come “cuore spirituale” del no- stro Oratorio.
Il Signore Gesù infatti, è sempre presente nel Tabernacolo dell’Altare e invita colo- ro che vengono in Oratorio ad entrare in Cappella per un saluto e una preghiera anche breve. Rispondiamo all’invito, con la fiducia che il Signore Gesù ci ama e noi possiamo accogliere il suo Amore e possiamo confidare in Lui. È bello e con- fortante entrare in Cappella e incrociare il nostro sguardo con il suo. Lui ci scruta e ci conosce. Sa quali sono le nostre spe- ranze e le nostre aspirazioni, conosce
anche le nostre preoccupazioni e le nostre sofferenze, anche quelle segrete che nes- suno conosce. Con il suo sguardo carico di tenerezza, anche se noi non gli diciamo niente, tutto comprende e ci assicura che ci è sempre accanto nel cammino della nostra vita, come ha fatto con i discepoli di Emmaus.
Qualche volta fermiamoci più a lungo e rimaniamo in dialogo con il Signore Ge- sù, cuore a Cuore. Lui non ci farà man- care la sua luce che ci aiuterà a discerne- re, a cominciare dalle scelte importanti legate alla nostra Vocazione. Così pure non ci farà mancare il suo conforto, la sua grazia, la sua forza. Non ci farà man- care la sua consolazione nei momenti e situazioni di difficoltà e di sofferenza.
Come Sacerdoti esortiamo i giovani, i catechisti, gli educatori e i genitori che vengono in Oratorio ad entrare in Cappel- la ed offrire l’esempio ai ragazzi, perché anche in loro si accenda l’amore per Gesù presente nell’Eucaristia del Tabernacolo della nostra Cappella. Così essa potrà essere veramente il “cuore spirituale del nostro Oratorio”.
Don Ermanno e Don Mario
La costruzione del nuovo Oratorio San Luigi nei documenti dell’Archivio Parrocchiale
È il ‘Libro delle Cose Memorabili’ dell’Archivio parrocchiale che ci consente di documentare con precisione storica gli avvenimenti che hanno portato alla costruzione del nuovo Oratorio maschile con una splendida Cappella e con una casa per il sacerdote direttore.
10 ottobre 1921
S. E. Mons. Domenico Mezzadri benedice la prima pietra del nuovo Oratorio, presso le scuole comunali, in via Alessandro Manzoni. L’area di m. 120x70 fu comperata dal Prevosto per lire 35.000. Furono poi spese altre lire 35.000 per cingerlo di mura.
Fine gennaio 1924
La sottoscrizione pro Oratorio raggiunge la cifra di Lire 49.486.
3 febbraio 1924
Benedizione della prima pietra dei nuovi locali dell’Oratorio.
Fu compiuta nel pomeriggio da mons. Vittorio Cavagnis, segretario della Legazione di Rumenia. Nel loculo fu murata con la prima pietra benedetta una pergamena con questa iscrizione:«Sotto il Pontificato di Pio XI, regnando Vittorio Emanuele III, monsignor Vittorio Cavagnis, segretario della Nunziatura di Rumenia, addì 3 febbraio 1924 benediva e posava la prima pietra della Cappella e locali dell’Oratorio, coronando così il sogno del nostro amatissimo prevosto don Enrico Rizzi, che con larga munificenza, coadiuvato da generosi benefattori, volle donare alla gioventù santangiolina la nobile palestra ove temprarsi ai grandi sublimi ideali, Dio - Famiglia - Patria.
(Nota redazionale: A prima vista questa annotazione sembra dimenticarsi della annotazione precedente che attestava la posa di una ‘prima pietra’ nel 1921. In realtà potrebbe essere una nuova cerimonia con lo scopo di richiamare l’attenzione dei fedeli e delle autorità civili sulla finalità della costruzione della Cappella in via di completamento e dell’inizio della costruzione dei locali dell’Oratorio a supporto delle varie attività, come ‘nobile palestra’ dei grandi e sublimi ideali: Dio, Famiglia, Patria.)
19-20-21 settembre 1924
Solenni feste per l’inaugurazione dei nuovi locali dell’Oratorio
La benedizione del nuovo Oratorio fu impartita la sera del 19 settembre da mons. Venanzio Felisi, vicario capitolare, circondato da un’immensa folla plaudente. Nei due giorni seguenti Sant’Angelo ospitò 450 ginnasti e 250 esploratori convenuti per il convegno regionale scautistico delle provincie di Milano, Bergamo, Cremona e Mantova.
Sopra: Cartolina Ricordo del Primo Cinquantenario dell’erezione dell’Oratorio. La data è parzialmente non visibile, MCMXXVII (1927). Nella cartolina è riportata la foto dell’esterno e dell’interno della Cappella e di alcune costruzioni minori a supporto delle varie attività. Il primo Oratorio fu fondato da Mons. Bassano Dedè nel 1877 a fianco della Chiesa di SanBartolomeo.
Sotto: Foto ricordo della visita del Vescovo Ludovico Antomelli all’Oratorio il 12 Ottobre 1924. Con il Vescovo i protagonisti principali della costruzione del nuovo Oratorio. A sinistra si intravvede don Nicola de Martino, poi il capomastro Felice Conti, mons. Venanzio Felisi, il Vescovo con due paggetti, il Parroco don Enrico Rizzi, l’ingegnere Angelo Tonali e don Antonio Bracchi coadiutore a Sant’Angelo.
12 ottobre 1924
Visita del nuovo Vescovo di Lodi
Il nuovo vescovo mons Ludovico Antomelli viene per la prima volta a Sant’Angelo, partecipando alla processione del S.
Rosario
(Nota redazionale: Il vescovo mons. Pietro Zanolini era morto il 6 Dicembre 1923.
Per
Sul periodico parrocchiale “L’Angelo della Famiglia” Ottobre 1924 (a lato è riportata la fotocopia della prima pagina) troviamo un interessante articolo che spiega le motivazioni che hanno sostenuto il Parroco don Enrico Rizzi nella realizzazione del nuovo Oratorio:
“L’Oratorio!... Che buon tempo ha avuto il Prevosto a spendere tanti denari! Tanto i ragazzi saranno sempre cattivi ugualmente!Davvero? E chi dice così è proprio persuaso di non dire un’enorme bestialità? … Ragioniamo un po’: […]Vi pare che una persona che vuole il bene delle anime, del nostro paese anche, possa stare tranquilla pensando all’avvenire? …No o cristiani, no o cittadini, non basta dire che il mondo va male, ma bisogna cercare di guarirlo e volere o no il mondo, la società di domani si fa coi ragazzi di oggi. Ecco dunque il sangue nuovo per guarire la nostra società corrotta e marcia. Ascoltiamo la voce del Papa: Egli ha scritto: Il fanciullo ci rappresenta l’avvenire della società. La società futura, come quella che sarà formata dai fanciulli dell’oggi, avrà solo quel tanto di bontà che sarà rappresentato dall’educazione dell’oggi; impegnatevi però sommamente ad informare ai sentimenti religiosi di vera onestà, il cuore dei fanciulli e dei giovani dell’epoca nostra. È necessario pertanto che la generosità dei ricchi, la pazienza dei maestri, la sollecitudine di tutti nel procurare che alla gioventù non manchi una educazione religiosa e completa e perciò promettitrice di un miglior avvenire per la società.Ed alla voce del Santo Padre fa eco il grido di tutte quelle persone buone che invece di lamentarsi del mondo che va male, cercano dalla società nostra, giorni migliori. Ricordatevi ciò che il nostro amatissimo ed indimenticabile mons Domenico Mezzadri ci ha detto nel discorso di inaugurazione del nuovo Oratorio: “La cura della gioventù è un’opera veramente santa”
La vita dell’Oratorio è nel suo pieno sviluppo. Quasi 400 ragazzi sono regolarmente iscritti: tutti sono muniti del proprio libretto personale, su cui vengono segnate (con timbro e data) le presenze alla Santa Messa e all’Oratorio affinchè i genitori possano verificare.
È davvero consolante oltreché il numero, anche il contegno dei ragazzi. Nonostante il gran numero, la vivacità della loro età e… dei barasini, è ammirevole in tutti l’ubbidienza e la disciplina. Nell’Oratorio poi, oltre i giuochi svariatissimi, a cui presto si aggiungeranno altri, oltre le pratiche di pietà e l’istruzione religiosa, non si manca di approfittare di tutte le occasioni per mettere nell’animo dei fanciulli tutti quei principi di onestà, di rispetto ai genitori, e superiori, di cortesia anche, che formeranno un giorno dei nostri fanciulli, giovani che saranno l’onore del nostro paese, la gioia dei vecchi genitori.
(a cura di Antonio Saletta)